Compra, indossa e getta via: questo è ciò che in molti fanno, seguendo quello che viene definito il modello della “fast fashion”, esatto opposto dell moda circolare.
Non c’è dubbio che sia questo l’atteggiamento consumistico prevalente tra i consumatori di moda. Tuttavia negli ultimi tempi si sta affermando un nuovo concetto: quello di moda circolare di cui ti parleremo in questo nuovo articolo.
Il concetto di moda circolare, sicuramente prende forma dalla definizione di economia circolare, e indica nell’industria tessile un modello sostenibile di produzione che si contrappone al modello “fast fashion” in cui i vestiti sono prodotti in serie di bassa qualità. Quelli che, per dirla in poche parole, indossiamo poche volte e poi gettiamo via per acquistarne altri nuovi.
Al contrario, la moda circolare prevede l’impiego di energie rinnovabili, il riciclo dei materiali nei diversi cicli produttivi comportando una notevole riduzione degli sprechi. Per comprendere al meglio come funziona la moda circolare è utile immaginarsi un cerchio in cui gli abiti e i tessuti ruotano incessantemente, continuando ad avere utilità. Il risultato finale è quello di promuovere un modello di moda sostenibile, etica e responsabile.
Moda circolare e tessuti naturali
Parlare di moda circolare ha principalmente a che fare con i tessuti che vengono utilizzati per la produzione degli indumenti, che nello specifico sono rappresentati dai tessuti naturali e non tessuti sintetici.
Se ti stai chiedendo perché scegliere di acquistare abbigliamento ecosostenibile realizzato con tessuti naturali sia di gran lunga consigliato, leggi le prossime righe.
Se ad esempio tu acquisti indumenti prodotti con tessuti sintetici stai nel concreto agevolando il processo di riversamento delle microplastiche nei mari e negli oceani, danneggiando di molto il nostro Pianeta e i suoi preziosi equilibri.
Questo danneggiamento avviene sia nelle fasi di lavorazione e produzione degli indumenti, sia nelle fasi di lavaggio che tu, nelle vesti di consumatore, effettui periodicamente. Scegliere, invece, di acquistare abbigliamento realizzato con tessuti naturali, significa favorire il riciclo degli stessi con una riduzione dell’inquinamento del nostro Pianeta.
Inoltre, gli abiti prodotti con materiali naturali, come il bambù o il cotone organico, sono caratterizzati da un durata maggiore e quindi da una maggiore qualità, e ti offrono la possibilità di non acquistare troppi indumenti nel corso dell’anno.
Moda sostenibile, basta poco per proteggere il nostro Pianeta
Secondo i dati della ricerca pubblicata su Nature Reviews Earth and Environment, ogni anno l’industria dell’abbigliamento consuma 150 miliardi di litri d’acqua, mentre i rifiuti tessili superano i 92 milioni di tonnellate.
Ma non solo. Devi sapere che i processi di lavorazione e di tintura dei tessuti sono responsabili del 20% dell’inquinamento idrico industriale, mentre i lavaggi degli indumenti prodotti con fibre sintetiche rilasciano una enorme quantità di microplastiche. Questo è ciò che lentamente e inesorabilmente aggrava le condizioni di salute del nostro Pianeta.
Nonostante i danni causati siano davvero grandi e indomabili, è bene sapere che ciascuno di noi può e deve nel suo piccolo contribuire al salvataggio del Pianeta.
Da dove partire? Sicuramente abbandonare la logica dell’acquisto effimero e compulsivo, che non fa bene né a noi né al Pianeta, per abbracciare un nuovo modo di fare shopping più responsabile e quindi sano.
Basterà ogni volta domandarsi se effettivamente abbiamo bisogno di acquistare qualcosa o se quell’acquisto non sia che un semplice impulso consumistico. D’altronde non necessariamente l’acquisto è l’unica soluzione disponibile per ottenere un abito per un’occasione speciale.
Esistono soluzioni alternative a cui potresti iniziare ad abituarti, come il noleggio o il prestito chiedendo ad amici e parenti.
Per poter fare quel “passo in avanti” verso nuove abitudini che forse ancora vediamo troppo lontane rispetto alle nostre routine dovremmo soffermarci su nuovi concetti: riciclo, prestito, scambio, qualità e non quantità.
Parte da noi e dal nostro modo di intendere e considerare ciò che potrebbe salvare il futuro (e noi).